Prima che un terreno ospiti una qualunque pianta va accuratamente preparato, ossia vanno eseguite una serie di lavorazioni dette preliminari che servono essenzialmente a creare un substrato idoneo ad ospitare delle piante o delle sementi. In questo senso va fatta una distinzione tra terreni gia’ coltivati e terreni che invece risultano abbandonati da tempo oppure che circondano case da poco costruite.
In questi due ultimi casi vanno aggiunte delle lavorazioni che hanno lo scopo fondamentale di portare un terreno ad essere pronto a subire lavorazioni specifiche per la coltivazione delle piante, ossia deve essere eseguita quella che in agricoltura viene definita la messa in coltura di un terreno
Capita spesso che ci si trasferisca in case da poco costruite, in questi casi spesso il terreno circostante si trova in una situazione penosa, magari con materiali edilizi abbandonati o peggio sparsi e interrati qua e la. Oppure puo’ capitare di acquistare una casa rimasta abbandonata per un po’ di tempo, o il cui giardino risulti da molti anni lasciato a se stesso.
In entrambi questi casi il risultato sara’ quello di trovarsi davanti ad un terreno ricco di pietrame o altro materiale inerte, e una vegetazione spontanea anche piuttosto rigogliosa e fitta.
Il primo passo quindi e’ il decespugliamento ossia la rimozione di arbusti e alberelli spontanei, ma anche delle specie erbacee piu’ grandi, a questa operazione segue il dissodamento ossia una lavorazione del terreno piuttosto profonda, che consente l’interramento dello strato erboso superficiale, nonche’ un costante spietramento ossia la rimozione di pietre e altro materiale presente. Il tutto si completa con un grossolano e iniziale pareggiamento della superficie, che piu’ che altro serve a spianare la superficie del terreno eliminando eventuali grosse buche o dossi.
Compiuti i lavori di messa in coltura del terreno si deve pensare alla preparazione vera e propria del terreno, in questo senso la pratica piu’ adatta e utilizzata e’ sicuramente la vangatura. Questa va eseguita sia manualmente, oppure attraverso l’utilizzazione di macchinari appositi.
Si parte sempre dall’estremo del campo da lavorare e si procede all’indietro, in questo modo si evitera’, come spesso accade, di camminare sulle zolle appena rivoltate. Lo scopo della vangatura e’ di rovesciare ogni zolla di terra la quale prendera’ posto nello spazio lasciato libero dalla zolla precedente. Si puo’ eseguire una rottura grossolana della zolla rovesciata oppure si puo’ lasciare cosi’ com’e’, questo metodo e’ valido soprattutto se il terreno lavorato non va coltivato nell’immediato, infatti se si eseguono queste lavorazioni a fine estate o inizio inverno e si lascia passare tutto l’inverno nella primavera grazie all’opera della pioggia e di altre condizioni ambientali il terreno risultera’ ben disgregato e spianato.
Con la vangatura puo’ essere utile approfittare per immettere della sostanza organica al terreno.
Passo successivo e’ l’appareggiamento e lo sminuzzamento delle particelle di terreno, a mano tale lavorazione si e segue con il rastrello, e’ essenziale che il terreno sia il piu’ possibile in piano.
Nei terreno particolarmente soffici puo’ essere utile anche eseguire una rullatura, si usa un vero e proprio rullo, in modo che le particelle si compattino un po’, questo accorgimento evitera’ che camminando sul terreno per la semina o il trapoanto di alcune piante si creino delle buche causate dal peso del corpo oppure che al momento di rincalzare le piante appena trapiantate queste sprofondino non appena ci si appresta a spingere la zolla attorno all’apparato radicale.
La preparazione del cosiddetto letto di semina non si discosta molto dalle operazioni viste finora, lìaccorgimento principale ha il fine di garantire che i semi siano in contatto con il substrato in modo che germinando la radichetta si possa insinuare nel terreno. A tal proposito risulta ancora piu’ importante la necessita’ di rendere il terreno ben sminuzzato e leggero, e soprattutto alla eventuale rullatura iniziale puo’ essere utile, se non indispensabile, farne seguire un’altra subito dopo la semina, in questo modo i semi che avremo accuratamente ricoperto col terriccio saranno gentilmente pressati con esso e saranno oltre che piu’ stabili, anche dopo le innaffiature, anche piu’ a contatto per facilitarne la sopravvivenza.