Difficile avere date certe nella storia del gelato, come per altre invenzioni, ma certamente alcune fonti storiche ci aiutano. Certo è che fin dalle antiche civiltà era in uso la tecnica di refrigerare sostanze dolci e succhi di frutta, specialmente nell’area asiatica. Insomma, già i nostri antenati erano di bocca buona e avevano già compreso che il gelato, o meglio il suo archetipo, potesse soddisfare anche i palati più sopraffini.
Non solo, ma nei periodi più freddi e glaciali dell’anno, era consuetudine accumulare quantità più o meno grandi di neve finalizzate alla sua conservazione: una volta raccolta, la neve veniva sistemata in apposite costruzioni e compressa, con l’augurio che potesse mantenersi almeno fino all’estate successiva.
Ovviamente però la neve non era sempre così facile da recuperare. Quando infatti non era possibile affidarsi alla natura, l’uomo scendeva in campo armato di tutta la sua astuzia e concretezza: una volta riscaldata debitamente l’acqua, la si conduceva nei sotterranei più freddi per consentirle di trasformarsi in ghiaccio grazie al gelo del vapore acqueo sulla roccia.
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Origini del gelato
I più raffinati e diligenti nel servire il piatto furono senza dubbio gli antichi faraoni egizi che presentavano ai loro ospiti il gelato in una curiosa duplice versione: veniva loro offerto un regale calice d’argento dentro il quale da una parte troneggiava del comune succo di frutta, dall’altra della neve.
Divertente e strabiliante vedere il frutto di questo gustosissimo sposalizio. Ma l’avvento del primo sorbetto è da attribuire certamente ai romani, veri e propri pionieri del gusto, che combinavano abilmente miele, frutta e, neanche a dirlo, ghiaccio.
Poi fu la volta dell’età medioevale che oscurò e rimosse tutti i sapori dello spirito, dell’intelletto e anche del gusto. Ecco allora che la storia del gelato subisce un stop ed esso viene messo da parte e trascurato, sebbene avesse spostato la sua gloriosa ed antica tradizione altrove. Dove?
La storia del gelato viene dall’oriente
I fili della storia del gelato si riannodano in Oriente, specialmente presso le regioni e le popolazioni di matrice araba, e dobbiamo proprio a loro il ritorno di questo alimento tra i confini occidentali, soprattutto tra quelli siciliani dove fu il dolce principe per molto tempo.
D’altronde non poteva che essere così: la Sicilia, terra di sole e frutta per antonomasia, all’occorrenza sapeva offrire ghiaccio a volontà mostrandosi la culla perfetta ed inimitabile per una delizia che faceva dei propri ingredienti il suo punto forte.
Il XXVII secolo fu indiscutibilmente il secolo del gelato, costellato come fu dal boom di gelaterie che iniziarono a dilagare nel mondo: da Parigi a Londra, passando per New York e San Francisco, ogni città inizia a sentire il bisogno di aprire una sua propria gelateria dove le tecniche di preparazione e gli ingredienti entrano in una vorticosa fase di sperimentazione.
Al classico succo di frutta e al miele vengono aggiunti latte, panna e uova e perfino la sua presentazione a tavola si adeguò alla sua portata innovativa: servito non più tanto come dolce, il gelato inizia ad essere offerto agli ospiti a metà del pranzo per facilitare la digestione.
Se addirittura già nel 1400 i gelatomani avevano accarezzato la possibilità di aggiungere a quella delizia una gustosissima cialda, solo trecento anni dopo si arriverà a pensare ad un cono che lo sostenga o a due biscotti dentro ai quali cullare tanto godimento.
Certo è che il gelato come lo conosciamo noi oggi, prodotto e confezionato industrialmente e distribuito su larga scala, comincia la su ascesa nel mondo del gusto soltanto a partire dallo scorso secolo che ha visto sul podio gli Stati Uniti come maggior produttore a livello mondiale.
Ma si sa, il gelato quello vero, quello buono, non è quello da scartare, ma quello da assaporare prima con gli occhi al momento della scelta dei gusti. Insomma, quello artigianale che offre al cliente una freschezza incomparabile ed una bontà straordinaria, dovute agli ingredienti naturali e genuini impiegati e dal sapore insuperabile che solo secoli e secoli di tradizione possono concedere e regalare.