Quando si impartisce un bonifico con BancoPosta – sia allo sportello, sia dal sito o dall’app – l’ordine rimane per poche ore nello stato “inserita”, poi passa a “eseguita” ed entra nel circuito SEPA. Finché l’operazione non è stata eseguita, la revoca è semplice: basta richiamare la disposizione e il denaro torna disponibile sul conto nel giro di uno o due giorni operativi. In pratica, ciò è possibile fino alle 17:30 circa del giorno in cui il bonifico è stato immesso; se l’ordine viene inserito dopo quell’ora, resta revocabile fino all’elaborazione del mattino seguente. Il bonifico istantaneo, invece, accreditandosi in pochi secondi non permette alcuna revoca: per recuperare le somme rimane solo la strada del rimborso volontario da parte del beneficiario. Il postagiro, che riguarda trasferimenti fra conti BancoPosta, può essere annullato soltanto prima del clic di conferma online o, allo sportello, finché l’operatore non ha registrato l’operazione.
Se ci si accorge dell’errore mentre si è ancora in ufficio postale, consegnare subito la ricevuta all’addetto consente di cancellare l’ordine e annullare la distinta. Se il cliente è già uscito dall’ufficio può tornare con la ricevuta: l’operatore verificherà se l’ordine è ancora in stato “inserito” e, in tal caso, potrà revocarlo. Online la procedura passa dalla sezione “Archivio disposizioni”: se l’operazione risulta ancora in lavorazione, la piattaforma mostra il pulsante “Annulla”, attivabile con il codice OTP. In entrambi i casi non si pagano penali quando la revoca avviene entro la giornata; se invece l’annullamento è chiesto il giorno successivo, Poste Italiane addebita un piccolo diritto fisso – di solito pochi euro – dovuto ai messaggi interbancari necessari per fermare il pagamento.
Una volta che il bonifico compare come eseguito, l’annullamento non è più possibile: l’unica strada è la richiesta di richiamo fondi. Occorre presentarsi in filiale con la contabile, compilare il modulo di “recall” e attendere che la banca del destinatario contatti il suo cliente. Il rimborso avviene solo se quest’ultimo acconsente, circostanza che allunga i tempi a dieci giorni, talvolta a diverse settimane. Se il beneficiario rifiuta o resta in silenzio, l’ordinante può recuperare il denaro soltanto per vie legali.
Vale la pena ricordare che eseguire un bonifico di prova di piccola entità può essere una precauzione utile: se il destinatario conferma l’accredito, si può procedere con la somma principale riducendo al minimo la possibilità di errore. In ogni caso, quando si inviano cifre rilevanti, la forma ordinaria offre maggiore sicurezza della versione istantanea, proprio perché concede quella breve finestra di revoca.
In sintesi, il fattore decisivo è la velocità: controllare con attenzione IBAN e importo prima di confermare resta la difesa più semplice ed efficace; se il refuso sfugge, agire entro poche ore permette di bloccare l’operazione senza costi e senza dipendere dalla buona volontà altrui.